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POESIE DI UN FRATE

spettacolo. Mi bastano pochi istanti per capire di avere di fronte a me un ragazzo dall’apparenza calma e timida, ma con un’anima che sa di cratere che fiammeggia in silenzio. Mi dice di essere rimasto folgorato soprattutto dalla mia interpretazione di una poesia di Mariangela Gualtieri. Capirò tempo dopo il perché. Secondo un grande poeta brasiliano, Vinicius De Moraes, “La vita non è un gioco. La vita è l’arte dell’incontro”. Potrei tranquillamente sostituire il termine ‘vita’ con il termine ‘poesia’: la poesia è l’arte dell’incontro. Galeotta per il mio incontro con padre Armel fu proprio la poesia, quella che lui stesso definisce “l’ombra mia, la mia gemella, l’altro io. Perché essa è sempre stata accanto a me, come un compagno silenzioso, testimone del mio vissuto”. I componimenti il cuore all’ascolto silenzioso dello Spirito per trovare calma malgrado le turbolenze e i moti del cuore, malgrado le dure prove interiori che caratterizzano le “notti oscure” della nostra anima e che rappresentano la via stretta che conduce alla vita eterna di cui parla il Signore nel Vangelo (Mt 7:14). Il rapporto con il Padre, infatti, non è sempre idilliaco: a volte Dio sembra essere distante, assente, sembra metterci in difficoltà e l’aridità spirituale ci pervade:

Aspettavo la rivelazione della tua sublime
bellezza / eppure non c’eri / l’ombra della tua
protezione è venuta meno / la mia anima è volata
via ed è discesa / su di un suolo arido (Compagno
silenzioso – TRAMONTO).
Tuttavia alla fine, se invocato, Dio lambisce all’improvviso
i nostri occhi, risponde, perché è Amore smisurato e
“vuole avventurarsi sulle strade dei tuoi timori che ti
abitano” (Se tu conoscessi il dono di Dio – TRAMONTO).
Non poteva mancare un inno alla figura di Maria
(Donna splendida – AURORA),
mamma celeste e cooperatrice della creazione, celebrata per la sua purezza, per la sua umiltà, per il suo ‘sì’ e per la sua intermediazione tra Suo Figlio e gli uomini. Disseminate nelle tre sezioni si ritrovano anche delle schegge autobiografiche. In Cuore d’oro (MINIERA) affiora la tenerezza del rapporto tra Armel e suo padre, figura terrena di riferimento imprescindibile,simbolo di protezione e sicurezza, porto sicuro al quale ritornare sempre (“Le braccia che mi hanno riparato / dalle metamorfosi del mondo / erano quelle del mio tenero padre”), la cui mancanza esperisce una ricerca continua da parte dell’umanità che cerca rifugio (Al di là dell’età – AURORA). Dolce presenza (MINIERA) racchiude l’idea di una madre tenera e mite e del calore del suo ventre che genera e accoglie, il quale si collega alla terra, ossia al luogo in cui la vita nasce e fruttifica (“Come un seme piantato in terra / sono cresciuto nel giardino delle tue viscere”), mentre in Avventurosa Penisola (MINIERA) risuonano nell’AMIWO, cibo divino, i richiami di un’altra terra, quella ancestrale, quella della vocazione religiosa e poetica: il Benin. Questa è la poesia dell’abbandono in Dio, della fiducia in Lui: la Provvidenza diviene il baluardo col quale l’autore riesce ad affrontare l’inquietudine e il timore per l’ignoto, per la terra sconosciuta in cui approda.Inoltre, “il fico spoglio vive ancora / il Creatore provvede alle sue necessità” rappresenta un chiaro riferimento a Matteo 6, 25-34 e a Luca 13, 1-9. Così, quando il futuro è incerto e ci si deve incamminare per strade nuove, l’uomo deve lasciarsi andare tra le braccia di Dio, dove può finalmente smarrire ogni  coordinata contingente, per riscoprirsi e ritrovarsi in tutta la propria nuda essenzialità di figlio.
Giulia Poeta
(attrice)
 
 
 
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